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IL TERRITORIO

La superficie consortile ospita un gran numero di tipologie vegetazionali, partendo dai castagneti da frutto per arrivare ai lariceti e ai pascoli alpini. Per meglio gestire i territori associati, il Consorzio si è dotato di un piano di gestione forestale aziendale (PFA), come strumento conoscitivo e di indirizzo dell’attività selvicolturale.

Boschi
Castagneti da frutto:
La produzione di marroni di pregio (DOP) rappresenta un’antica  attività tradizionale dell’area che, oltre a fornire introiti economici, conferisce una forte connotazione territoriale e paesaggistica all’area, garantendo la manutenzione del territorio.
Castagneti cedui
Occupano in buona parte la superficie consortile. Gli assortimenti ottenibili dalle utilizzazioni di queste formazioni sono prevalentemente paleria di vario tipo, e legname da opera e da ardere.
Faggete
Questa categoria forestale è rappresentativa dei soprassuoli compresi tra 600 e 1100 metri sul livello del mare. Le utilizzazioni a carico di queste formazioni sono principalmente indirizzate alla conversione e rinaturalizzazione dei cedui verso una fustaia a composizione mista, in modo da ottenere legna da ardere indirizzandone l’evoluzione verso una maggior stabilità ecologica.
Lariceti
Formazione forestale tipica dei piani altitudinali più elevati, contribuisce all’invasione dei pascoli abbandonati. Oltre ai popolamenti utilizzati per l’approvvigionamento di legname da opera (paleria da ingegneria naturalistica), all’interno del territorio consortile esistono ancora formazioni gestite a lariceto pascolato, in cui il sottobosco viene mantenuto a prato per essere utilizzato come pascolo.
Boscaglie d’invasione
Formati da varie specie soprattutto di latifoglie (betulla, maggiociondolo, acero, frassino, ciliegio, tigli, ecc.), colonizzano le superfici abbandonate da pascolo, agricoltura e castanicoltura, con effetti sovente negativi per il paesaggio e la biodiversità. Il consorzio cerca di contrastarne la diffusione conservando le attività pastorali residue, o di favorirne l’evoluzione verso popolamenti di maggior valenza economica, paesaggistica e naturalistica.
Formazioni pioniere, boschi di protezione
Svolgono un’azione protettiva dell’assetto idrogeologico, soprattutto sui versanti ripidi dei ruscelli principali, oltre che una funzione naturalistica. Le superfici di protezione accessibili vengono gestite in modo da favorire la stabilità dei versanti ed evitare l’ostruzione dei corsi d’acqua da parte di frane e materiale vegetale.
Funghi
Grazie all’estesa superficie forestale, ogni anno sono sempre molto numerosi i fruitori dei nostri boschi alla ricerca di prelibati funghi.
 
Pascoli alpini
Sono presenti numerosi alpeggi estivi, con le formazioni erbacee più rappresentative degli ambienti alpini piemontesi. Questi luoghi, per le loro peculiarità storiche, produttive e paesaggistiche presentano un fascino caratteristico, che rischia di perdersi in seguito all’avanzata del bosco. Il Consorzio persegue una politica di promozione delle attività d’alpeggio, per conservare questa unità paesaggistica con il suo patrimonio di biodiversità.